L'Osservatorio di Parigi: un'utopia scientifica

Il 16 luglio 1789, il conte de Cassini, direttore dell’Osservatorio di Parigi è inquieto; una numerosa folla si pressa davanti alle porte, persuasa che l’edificio nasconda immense riserve di polvere da sparo e munizioni. Il popolo vuole armarsi per difendersi nel caso in cui l’esercito reprimesse la Rivoluzione. Ma le cave di questo edificio la cui costruzione è terminata nel 1667 sono vuote. Gli insorti se ne vanno. Sei anni più tardi, nel 1795, il luogo diventa una delle punte di diamante della politica scientifica della nuova Repubblica. Dipendente dall’ufficio delle Longitudini, serve come luogo di deposito, di mantenimento e di prestito di «tutti gli strumenti astronomici appartenenti alla Nazione». Ha anche il compito di verificare gli strumenti utilizzati dalla Marina. Se l’Osservatorio riflette la fede nel progresso scientifico, la sua missione è anche molto politica: la Repubblica francese si batte allora sui mari contro la monarchia britannica.

Veduta generale della Città di Parigi presa dall'alto dell'Osservatorio

Localizzazione

Itinerario

61 avenue de l’Observatoire

Suggerimento

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Le catacombe di Parigi

Per saperne di più…

Il sistema metrico, una rivoluzione?

Sotto l’Ancien Régime, ogni provincia aveva i suoi propri sistemi di peso e di misura. Nel 1795 la Francia instaura il sistema metrico, che diventa obbligatorio solo molto tempo dopo. Non soltanto è più pratico, ma deve favo rizzare gli scambi commerciali e cancellare le differenze tra uomini-, serve quindi al progetto universale che la Repubblica francese cerca di propagare in Europa, pur imponendo i suoi modelli. Sono l’ufficio delle Longitudini e l’Osservatorio di Parigi ad essere incaricati di conservare gli strumenti che permettono di misurare il nuovo metro (ovvero la diecimilionesima parte di un mezzo meridiano). Per aiutare i francesi a familiarizzare con il metro viene deciso di posare dei metro-campione nelle strade di città e paesi. A Parigi ne restano due dei sedici originali: se ne può vedere ancora uno sulla facciata del ministero della Giustizia in place Vendôme e l’altro sotto le arcate del numero 36 di rue de Vaugirard.

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