«Ai grandi uomini, la patria riconoscente»
La Rivoluzione ha bisogno di esempi per riunire i francesi. Nel Medioevo sono i cavalieri e i santi. Sotto l’Ancien Régime si glorificano gli uomini illustri, spesso dei principi o dei nobili, lontani dal popolo. Bisogna adesso onorare i grandi uomini: persone ordinarie che si sono distinte grazie al loro coraggio o alle loro virtù. La Rivoluzione deve rendere possibile questa ascesa: a fare grandi le azioni non sono più la nascita o l’elezione divina, ma le capacità individuali. In Inghilterra gli eroi nazionali sono celebrati nella cattedrale di Westminster. I francesi nella rivoluzione sì ispirano, quanto a loro, alla Roma antica: devono avere il loro Pantheon.
Localizzazione
Itinerarioplace du Panthéon
Suggerimento
Il quartiere del Pantheon
Rivoluzione e fede religiosa
Per saperne di più…
Cosa farne di Sainte-Geneviève, patrona di Parigi?
Prima di diventare il Pantheon, la chiesa era dedicata a Sainte-Geneviève, la patrona di Parigi. La trasformazione della chiesa in tempio della Rivoluzione prima, della Repubblica poi, richiede di togliere ogni simbolo dedicato alla santa… Tuttavia il sindaco Bailly sa che molti parigini sono ancora troppo attaccati alla santa. Nel 1792 le sue reliquie sono quindi trasferite nella vicina chiesa di Saint-Étienne-du-Mont, dove continuano a attirare i pellegrini. Nell’autunno del 1793 il reliquiario viene distrutto e le reliquie vengono bruciate pubblicamente in place de Grève. Dopo la Rivoluzione, nel 1806, quando il Pantheon ridiventa una chiesa, il culto della santa riprende. L’affresco intitolato l’Apothéose de sainte Geniève, sotto la volta del duomo, testimonia del ripristino del culto cattolico. Nel corso del XIX secolo, l’edificio cambia assegnazione ancora tre volte. Gli affreschi di Puvis de Chavannes, consacrati alla vita di santa Geneviève vengono terminati quando il Pantheon torna a essere la necropoli dei grandi uomini onorati dalla Repubblica (nel 1885).
Un tempio sacro per la Repubblica
Non restano molte tracce all’interno del monumento per come era nel XVIII secolo. Ma sollevando gli occhi all’entrata della navata è possibile scorgere un triangolo dal quale fuoriescono dei raggi di luce. Durante la Rivoluzione questo simbolo è spesso scelto per rappresentare l’«Essere supremo», una specie di dio universale: anche se non è più una chiesa, il Pantheon resta un luogo sacro, perché ospita i resti dei grandi uomini della Repubblica. Tra gli uccelli che circondano il triangolo, il gallo non allude alla Francia ma a un valore molto importante in tempi rivoluzionari: la sorveglianza!
Mirabeau e Marat: due eroi decaduti
Molto popolare sin dal 1789, Honoré-Gabriel Riqueti, conte di Mirabeau (1749-1791) è il primo a entrare nel Pantheon nel 1791… Ma è anche il primo a esserne espulso tre anni più tardi; si viene a sapere che a partire dal 1789, aveva complottato con Luigi XVI per far crollare la Rivoluzione.
Da parte sua, il reputato di Parigi e giornalista Jean-Paul Marat dura meno di un anno: assassinato nel luglio del 1793, entra nel Pantheon per uscirne qualche mese più tardi, nel febbraio 1795, per il suo eccessivo radicalismo. Le sue spoglie non vengono gettate nelle fogne come pretendono i suoi nemici, ma in una semplice fossa comune.
Un fregio perduto: la Dichiarazione dei diritti dell’Uomo
Questi frammenti di gesso sono tutto ciò che resta della grande allegoria della Dichiarazione dei diritti dell’uomo (1793). Durante la Rivoluzione questa si trovava all’entrata del Pantheon insieme ad altri bassorilievi. Una grande statua del Popolo sotto i tratti d’Ercole doveva accogliere i visitatori. Il messaggio è chiaro: i grandi uomini della Rivoluzione si sono battuti per i diritti universali! Tutto questo decoro è stato soppresso durante la Restaurazione, dopo il 1815.
Voltaire e Rousseau, migliori nemici nella morte!
Anche se di idee abbastanza opposte, i due filosofi Voltaire e Rousseau sono condannati a coabitare per l’eternità! Dopo che erano morti già da tempo, le loro spoglie sono state trasferite al Pantheon; Voltaire nel 1791, per la sua lotta contro gli abusi e per la sua tolleranza, e Rousseau, celebre per il suo amore per l’uguaglianza nel 1794. Accusati di fare tabula rasa del passato, i rivoluzionari si fabbricano anche delle origini: gli uomini illustri dell’epoca dei Lumi. Eppure sia Voltaire sia Rousseau sarebbero stati sorpresi e persino scontenti di essere celebrarti come i padri fondatori di una rivoluzione!
Celebrare i valori della Repubblica
Sotto il colonnato d’entrata due bassorilievi risalgono al periodo rivoluzionario: Le Dévouement patriotique, La Devozione patriottica, visibile sul portale di destra, e L’Instrucion publique, L’Istruzione pubblica, su quello di sinistra. Entrambi sono stati commissionati per sostituire il decoro religioso originale. Il primo, realizzato dallo scultore Chaudet, rappresenta un soldato morente sostenuto dal genio della Gloria. Il messaggio è chiaro; i grandi uomini sono coloro che non esitano a prendere le armi per la loro patria, a costo di lasciarci la vita! Il secondo bassorilievo è stato scolpito nel 1792/1793 da Lesueur: è la Repubblica e non la Chiesa a doversi prendere cura dell’educazione dei francesi, non solo per pochi privilegiati ma per tutti.
Un luogo di memoria della Repubblica
Gli uomini del Terrore al centro del Pantheon? La presenza di quest’imponente complesso scolpito in onore della Convenzione nazionale è assai sorprendente. Ancor più sorprendente è il fatto che si trovi nel cuore dell’antica chiesa Sainte-Geneviève. Chiamata La Convention nationale (1792-1795), la prima assemblea della Prima Repubblica francese evoca abitualmente la repressione e la ghigliottina… Ma al momento in cui viene commissionata a François-Léon Sicard all’inizio del XX secolo, i repubblicani dell’epoca vogliono ricordare che la Convenzione nazionale è anche all’origine della repubblica democratica e sociale…
Delle colonie senza grandi uomini?
L’omaggio è tardivo. Si è dovuto attendere il 1989 perche la Repubblica francese rendesse omaggio ai rivoluzionari giunti dalle colonie; Toussaint Louverture e Louis Delgrès. Entrambi hanno contribuito all’abolizione della tratta negriera e della schiavitù votata il 4 febbraio 1794. Ma i loro percorsi sono molto diversi. Ricco proprietario di piantagioni, possidente di schiavi, abolizionista e repubblicano tardivo, Toussaint Louverture è considerato uno dei padre dell’indipendenza di Santo Domingo sotto il nome di Haiti, nel 1804. Louis Delgrès è invece un abolizionista e repubblicano più precoce. Ma i due muoiono quando Bonaparte vuole ristabilire la schiavitù. Il primo si spenge nel 1803 in una prigione della capitale, il secondo muore nel 1802, combattendo contro le truppe francesi.
Esistono grandi donne rivoluzionarie?
Monge, Condorcet, l’abate Grégoire… Nel 1989, in occasione del bicentenario della Rivoluzione francese, tre «grandi uomini» sono entrati nel Pantheon. Come se nella Rivoluzione non ci fossero state anche grandi donne! Se qualcuno sogna di vedervi entrare Olympe de Gouges, autrice della Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina, dimenticano che questa morì mantenendo salde le sue convinzioni monarchiche: difficile da difendere nel tempio della Repubblica. Altre donne avrebbero potuto invece aspirare a tale riconoscimento: come ad esempio Pauline Léon e Claire Lacombe, due repubblicane rivoluzionarie che hanno lottato per i diritti delle donne e l’uguaglianza sociale, o persino Madame Roland, la donna politica più influente della sua epoca dopo Maria Antonietta…