Il «palazzo Bourbon» deve il nome ai suoi proprietari: i principi di Condé, duchi di Bourbonnais, appartenenti alla famiglia reale. Come gli altri beni reali o principeschi viene confiscato dallo Stato e nazionalizzato nel 1791. Allora cambia nome; diventa la Casa della Rivoluzione. Per qualche tempo diventa un deposito e persino una prigione. Nel 1794 vi viene ospitata la Scuola nazionale dei lavori pubblici, futura École polytechnique. Quattro anni più tardi nel 1798 saranno i deputati del Consiglio dei Cinquecento a trasferirsi nel palazzo.
Quando i deputati si installano al palazzo Bourbon
Nel 1798, i deputati del Consiglio dei Cinquecento, lasciano la salle du Manège. Non vanno molto lontano: si trasferiscono al palazzo Bourbon, situato giusto dall’altro lato della Senna. Eletti da uomini benestanti, portano un costume solenne; bisogna mostrare che non è più il popolo a fare le leggi! Oggi resta soltanto una traccia dello scenario della Rivoluzione, ma ha la sua importanza. I deputati dell’Assemblea nazionale sono ancora seduti di fronte a un bassorilievo del 1798 scolpito da François-Frédéric Lemot, intitolato La Renommée embouchant sa trompette publie les grands évènements de la Révolution et l'Histoire écrit le mot. Il messaggio è chiaro; le leggi votate in Francia devono avere una portata universale.