Nel 1793 l’umanista Olympe de Gouges, autrice della Dichiarazione dei diritti della donna (1791) si sente minacciata nel suo appartamento in rue Saint-Honoré. Le sue opinioni monarchiche sono sempre più mal viste in periodo di guerra civile. Discretamente si trasferisce quindi nell’appartamento gestito dalla sua domestica Justine Thomas e il tipografo Longuer, in rue del Harlay. Là scrive il suo testamento politico: un testo nel quale prende posizione contro la repressione che si abbatte sugli oppositori del regime. Ma il quartiere del Tribunale rivoluzionario è molto sorvegliato. Il 30 luglio viene arrestata davanti ai cancelli del palazzo di Giustizia. Viene giustiziata il 3 novembre successivo, diventando, molto più tardi, un’eroina delle prime femministe.
La Dichiarazione dei diritti della donna, un manifesto per l’uguaglianza dei sessi
Nel settembre 1791, Olympe de Gouges pubblica la Dichiarazione dei diritti della donna della cittadina. La Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino è falsamente universale, dice la sua autrice affermando che le donne devono avere gli stessi diritti degli uomini, in particolare quello di voto. Eppure, la maggior parte delle rivoluzionarie radicali non lo considerano una priorità: chiedono innanzi tutto il diritto di ereditare nella stessa misura, di poter divorziare e ricevere un’istruzione.